martedì 26 giugno 2012

Catedral Metropolitana

La Cattedrale è ubicata nella strada Espejo, al lato sud della Piazza dell'Indipendenza o Plaza Grande, viene considerata una delle più vecchie Cattedrali di tutto il Sud America. 
La Catedral Metropolitana grazie alla sua ubicazione nel cuore della città storica e la sua condizione di tempio maggiore della urbe, è uno dei simboli religiosi di maggior valore spirituale per la comunità cattolica della città di Quito. La sua costruzione ha avuto inizio nel 1562, diciassette anni dopo la creazione dell'arcivescovato di Quito, nel 1545. La culminazione dell'edificio fu nel 1806, ad opera del Presidente della reale Audienza, il Barone Héctor de Carondelet. 
Con un disegno atipico per la città spagnola, la cattedrale ha due ingressi: una dalla parte della Plaza Grande, l'altra è ad ovest dalla parte della strada Garcia Moreno. Questo è dovuto alla geografia di Quito quando la costruzione cominciò. I lavori della piazza impedirono alla facciata principale di continuare il suo consueto utilizzo. L'interno, è opera della Scuola di Quito, l'altare principale è disegnato in stile Barocco, l'esteriore è spagnolo ortodosso.
La Cattedrale entusiasma a causa dei suoi muri bianchi, la sua cupola color verde vitreo dovuto alla ceramica, l'arco di Carondelet e la scala di circolare che collega la Cattedrale con la Piazza. 
La Cattedrale è formata da tre diverse navate. la navata destra si apre in fuori sopra le cappelle incoronate da cupole con lucernari.
I tetti delle navate sono sostenuti da archi puntuti che a turno sono sostenuti da pilastri di base quadrata. Un imponente soffitto ricoperto di legno riposa su numerosi fregi dorati ed un numero di bellissimi dipinti che pendono fra gli archi di sostegno.

In questa storica Chiesa si trovano sepolti i resti di alcuni famosi personaggi storici dell'Ecuador; come il Mariscal Antonio Jose de Sucre, vari ex Presidenti della Repubblica, ed i diversi Vescovi della città. 

Curiosità

Uno degli eventi storici più curiosi della Cattedrale fu la morte del Vescovo di Quito, José Ignacio Checa y Barba, il quale venne avvelenato durante la messa del Venerdì Santo, il 30 Marzo 1877, con stricnina sciolta nel vino consacrato. 

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