giovedì 17 maggio 2012

El Panecillo

Molti di coloro che sono stati a Quito o che vi vogliono viaggiare hanno sentito parlare spesso del Panecillo. 

Il Panecillo è una elevazione naturale di 3000 metri sopra il livello del mare, posta nel cuore di Quito. Per la sua posizione si è convertito in uno dei più importanti e più famosi punti panoramici della capitale ecuadoriana, permette di ammirare il centro storico e gli etremi nord e sud del distretto metropolitano. 
La "gobba" naturale è adornata da una gigantesca scultura della "Virgen de Quito", chiamata anche "La madonna del Panecillo", creata dallo spagnolo Agustin de la Herràn Matorras, basandosi sull'opera di Bernardo de Legarda, uno dei più importanti esponenti della scuola Quiteña.


Historia


La collina del Panecillo ha una storia ancestrale che si può dividere in tre grandi momenti storici: 
  • L'epoca quitu-inca
  • L'epoca colonial
  • Epoca moderna.

Epoca aborigena e coloniale


Quando gli spagnoli giunsero a Quito non trovarono segni evidenti di quella che era stata la seconda capitale dei Tahuantinsuyo, però poterono notare come la collina nota con il nome indigeno Shungoloma era un perfetto punto strategico - militare nella valle del Pichincha, per cui vi scelsero la base per la nuova città di Quito. Furono gli spagnoli a ribattezzare la collina "Panecillo" a causa della sua vaga somiglianza con un piccolo pane. 
Secondo alcune leggende indigene sulla cima di questa elevazione naturale giaceva un tempio dedicato al sole, ma dati archeologici non hanno dato alcun fondamento alla leggenda. 


El fortín del Panecillo


Gli spagnoli costruirono una fortificazione sede della guarnizione militare locale. Tale forte era provvisto di cannoni che potevano vigilare e sparare a 360 gradi intorno alla città, al cadere in mano dell'esercito liberatore della Gran Colombia, nel 1822, vennero rubati agli spagnoli ben 14 pezzi di artiglieria.

Durante la guerra di Independenza del 1812, il Panecillo fu scenario di un feroce combattimento tra le forze realiste di Toribio Montes y Sámano, ed i patrioti comandati da Carlos de Montúfar, asserragliati nel fortino del Panecillo. Infatti sin dal 1809, Quito aveva espulso la Real Audiencia Española, che si era istallata a Cuenca. 
La battaglia durò tre ore e morirono 46 patrioti e 15 realisti, i patrioti fuggirono a Ibarra dove vennero sconfitti definitivamente. A tale battaglia vennero anche dedicate delle medaglie d'onore, essa mostrava una porta militare con due cannoni, una corona reale e la bandiera spagnola, con la leggenda "Vencedor del Panecillo en Quito por Fernando 7mo" (Vincitore del Panecillo a Quito per Fernando XII) 

Il fortino del Panecillo venne utilizzato anche durante la seconda battaglia di liberazione nel 1822, durante la Batalla del Pichincha, ma in questo caso come fortino spagnolo. 
Secondo l'atto di Capitolazione del 25 Maggio 1822, gli spagnoli ammainarono la bandiera e consegnarono le armi all'Esercito de la Gran Colombia, in una cerimonia speciale che ha avuto luogo nel fortino coloniale. 
Del fortino e castello spagnolo oggi rimangono solo le tracce dei lavori di tubatura, che tutt'ora rimangono a ricordo e vengono chiamati "olla del Panecillo", "Pentola del Panecillo".

Época Moderna

Il settore del Panecillo è diventato pericoloso durante le ultime decadi del XX secolo, a causa della famosa banda criminale della Mama Lucha, che operava nella zona. 
Nel 1976, come detto, venne realizzato il monumento alla Vergine Maria, diventato immediatamente icona della Capitale. Composta da 7000 differenti pezzi di alluminio, la "Madonna del Panecillo" è una copia della Vergine de Legarda, alta 30 centimetri, realizzata nel XVIII secolo, adesso posta nell'altare maggiore della chiesa di San Francisco. La scultura rappresenta la Vergine come descritta nell'Apocalisse: donna con ali, una catena che cattura un serpente, tenuto sotto i piedi. 

La scultura riposa su di un edificio di 4 piani, costruito in cemento rivestito di pietra vulcanica, al cui interno si trova un piccolo museo nel quale viene raccontata la storia del Panecillo e della scultura. Inoltre dal museo è possibile passare ad un belvedere ubicato ai piedi della Vergine da cui si ottiene una splendida vista di 180 gradi della città di Quito.


Alla base di cemento dell'edificio si trova la placca chiamata "La Mujer de la Apocalipsis (Cap 12)" scritta dal Padre Jesús Rigoberto Correa Vázquez la quale dice:

"¿Quién es esta mujer, de sol vestida, reina, de doce estrellas coronada, portentosa señal, airosa, alada, que al firmamento se remonta erguida? ¿Quién es esta mujer engrandecida, que a sus plantas la luna ve postrada, mantiene a la serpiente encadenada y entre todas es la única escogida? Es María, la Virgen, la esperanza mostrada, en el edén, a cielo y tierra, en quien Dios se encarnó y entró en la historia. Es la Madre de Dios, flor de la alianza, la mujer fuerte que al infierno aterra, la esclava del Señor, la asunta a gloria."

"Chi è questa donna, vestita di sole, regina, coronata da dodici stelle, portentosa segnale, combattiva, venerata, che il firmamento intero vi si inginocchia? Chi è questa donna immensa, che la luna si inginocchia ai suoi piedi, mantiene incatenata la serpente ed è la eletta tra tante? E' Maria, la Vergine, la speranza fatta carne, nell'eden, nel cielo e la terra, che Dio si è incarnato ed è entrato nella storia. E' la madre di Dio, fiore della alleanza, la donna forte che terrorizza l'inferno, la schiava del signore, la scelta dalla gloria".

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